Questa è la storia ultracentenaria di un’impresa familiare. Fatta di visione, fatica, successi, tenacia, coraggio e resilienza. E che si intreccia a doppio filo con la storia dell’isola di Capri. In un racconto e un’esperienza unici e irripetibili.
Nel 1909 il Cav. Brunetti fondò la Cantina Isola di Capri. Le attività vinicole erano ospitate nel centro di Anacapri in una antica costruzione, eretta all’inizio del diciottesimo secolo per volontà della Veneranda Madre Serafina di Dio, che fu monastero delle Vergini Teresiane Calzate.
Volte a crociera e grandi finestroni facevano da cornice ad uno spazio molto ampio, oltre 400 metri quadrati, per le dimensioni ridotte delle architetture isolane. Il profumo delle uve vendemmiate riempiva il centro del paese, a settembre e ottobre. Da lì parte una tradizione enologica che chiunque ha visitato l’isola ha incontrato.
Nel 1925 i vini iniziarono ad essere denominati con il marchio “Tiberio”, in onore della nascita del terzo figlio maschio del Cav. Brunetti, cui era stato dato appunto il nome dell’imperatore romano che scelse Capri come sua dimora. Da quel momento il marchio è rimasto indissolubilmente legato ai vini dell’isola.
La famiglia Brunetti non è la prima a produrre vini a Capri, ma è la prima a darne una dimensione d’azienda che travalica i confini nazionali e internazionali.
Alla fine degli anni ’20 risale la prima esportazione in U.S.A. Per poter effettuare una simile spedizione di vini e liquori nel Nord America era, ed è, obbligatorio registrare il marchio d’esportazione. Alla Vinicola Tiberio fu assegnato il marchio n. 17. Ciò vuol dire che in tutta Italia la Tiberio è stata la diciassettesima azienda, in ordine cronologico, ad esportare prodotti nell’America del Nord.
Nei decenni successivi vengono immesse sul mercato nuove etichette e, man mano, il Tiberio diviene centrale nella storia enologica di Capri. Andare in un ristorante di Capri e chiedere “un Tiberio” era un must per gli habituè dell’isola.
Nel 1977 fu promulgato sulla Gazzetta Ufficiale, a firma dell’allora Presidente della Repubblica Leone, il decreto che elevava al rango di D.O.C. (denominazione d’origine controllata) il vino di Capri. Questo a sancire l’ottima qualità dello stesso. Contestualmente vengono prodotti e immessi sul mercato il “Capri D.O.C. Bianco” ed il “Capri D.O.C. Rosso”. Il primo viene ottenuto con uve falanghina, greco e biancolella, il secondo con piedirosso (perepalummo) in purezza.
Nel 1990 nasce il Capri Blu, vino bianco Doc. Prodotto fino al 2011, per oltre vent’anni è stato il prodotto di punta dell’azienda, quello a tutt’oggi maggiormente ricordato e apprezzato. Ed a quegli anni risale anche la prima esportazione di vini Tiberio in Giappone. Mentre si rafforza la presenza sul mercato Nord Americano ed Europeo, in special modo su quello tedesco.
Nel 2002 la produzione dei vini dell’azienda è affidata all’enologo Roberto Mazzer – laziale di origine venete, che ancora oggi continua a seguire la produzione -, che decide di puntare sull’innalzamento della qualità della produzione. Sua è la firma sui fortunati Antico Convento San Michele Capri doc bianco e rosso. Vini a tiratura limitata ottenuti mediante l’affinamento in barrique di rovere francese.
Nel 2022 ritorna il Capri blu dop. Blend di falanghina e greco che, rispetto alla produzione precedente, vede il passaggio in barriques e un lungo affinamento in bottiglia.
Oggi, dopo oltre un secolo il cuore dell’azienda pulsa nella stessa sede di allora, A Capri il vino si intreccia con il mito dell’isola. Con la storia e le bellezze. Hemingway e Malaparte, lo apprezzarono e ne scrissero nelle loro opere. Noi, dopo oltre 110 anni, continuiamo a portare avanti una tradizione importante, conosciuta e riconosciuta in tutto il mondo. Nella consapevolezza che ogni vendemmia possa portarci un’ottima annata.